Inizi dell'Ospedale San raffaele

1969 – 1980
Gli inizi dell’Ospedale
San Raffaele

L’Associazione, sul finire degli anni ’60, acquisisce dal conte Leonardo Bonzi uno dei lotti della proprietà di famiglia: un’estesa area al confine tra i Comuni di Milano e Segrate. Parte di questi terreni costituirà, assieme al Monte Tabor, il patrimonio iniziale della Fondazione Centro S. Romanello, costituita ed eretta in ente morale nel 6 agosto del 1970 dal vescovo di Verona, mons. Carraro.

La prima pietra, cavata dalla roccia del Tabor e qui custodita fin dal 1965, venne trasferita a Milano iI 24 ottobre 1969, festa di San Raffaele Arcangelo, quando, con cerimonia pubblica il sindaco di Milano, Aldo Aniasi, e quello di Segrate, Renato Turri, firmarono lo Statuto e la pergamena che furono inseriti in quel blocco di roccia. Vi è impresso il sigillo a forma di croce con il logo “Jesus Deus Patiens”, che tutti gli ospiti e i visitatori possono vedere entrando nel primo lotto (oggi settore A) dell’ospedale.

Il 3 novembre del 1971 entra nel San Raffaele il primo malato: si chiamava Alessandro Casiraghi. Ogni camera con il proprio bagno, tende e copriletti intonati, letto e testaletto scelti sui modelli tedeschi e olandesi, tapparelle comandate elettricamente, musica di sottofondo e chiamata infermiera. Non c’era separazione tra un reparto uomini e un reparto donne. I primi pazienti assistiti delle Mutue di allora ne rimanevano increduli e stupiti.

Alla Fondazione Centro San Romanello venne riconosciuta la personalità giuridica di diritto civile con Decreto Presidente della Repubblica n° 308 del 15 aprile 1971: in base a tale decreto gli istituti e gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti potevano entrare nella programmazione sanitaria nazionale e usufruire dell’assegnazione di mezzi finanziari dello Stato per la costruzione e l’ampliamento di ospedali e cliniche. Con la garanzia del ministro della Salute, il socialista Lorenzo Mariotti, per un mutuo di trecento milioni a tasso agevolato, si pose inizio al progetto dell’Ospedale.

Tra i primi medici, che abbracciarono la formula di don Luigi è da segnalare il dottor Amerigo Gaeta, il primo Direttore Sanitario dell’Ospedale che contribuì non poco alla stipula degli accordi contrattuali con le diverse Casse Mutue delle principali aziende milanesi e perfino con l’INAM, la mutua dei meno abbienti. Con quest’ultima fu stipulato nel 30 giugno 1972 un accordo di retta omnicomprensiva, cioè di una tariffa giornaliera, dove erano inclusi i costi alberghieri, sanitari, medici, gli esami diagnostici e tutte le cure necessarie durante il ricovero di degenza.

In Italia, prima dell’istituzione del Servizio sanitario nazionale, il sistema assistenziale era basato su numerosi enti mutualistici o casse mutue. Ciascun ente era competente per una determinata categoria di lavoratori che, con i familiari a carico, erano obbligatoriamente iscritti allo stesso e, in questo modo, fruivano dell’assicurazione sanitaria per provvedere alle cure mediche e ospedaliere, finanziata con i contributi versati dagli stessi lavoratori e dai loro datori di lavoro. Il diritto alla tutela della salute era quindi correlato non all’essere cittadino ma all’essere lavoratore (o suo familiare) con conseguenti casi di mancata copertura; vi erano, inoltre, sperequazioni tra gli stessi assistiti, vista la disomogeneità delle prestazioni assicurate dalle varie casse mutue. Nel 1974 la legge n. 386 estinse i debiti accumulati dagli enti mutualistici nei confronti degli enti ospedalieri, sciolse i consigli di amministrazione degli enti mutualistici, disponendone il commissariamento, e trasferì i compiti in materia di assistenza ospedaliera alle regioni. Nel 1978 la legge n. 833 (la c.d. riforma sanitaria) soppresse il sistema mutualistico e istituì il Servizio sanitario nazionale, con decorrenza del 1º luglio 1980 (la cosiddetta “Riforma Sanitaria”).
Si trattava a questo punto di far accettare il nuovo modello di gestione e di conduzione anche alla classe medica che avrebbe lavorato nel San Raffaele. La retta omnicomprensiva rappresentava un’innovazione rispetto alle procedure correnti del mercato perché superava in primo luogo le tariffe speculative praticate dai medici nelle case di cura. In secondo luogo il medico avrebbe perduto la “proprietà” sull’ammalato che invece restava totalmente affidato all’ospedale. Il medico insomma, assunto a tempo pieno, diventava insieme con la struttura un unicum per la tutela completa dell’ammalato.

Riconosciuto “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico” di diritto privato con Decreto interministeriale nel 1972 ed equiparato conseguentemente a ospedale pubblico, il San Raffaele rapidamente diventa una struttura di riferimento per tutto il Paese, improntando la sua attività sull’integrazione di cura, ricerca e didattica gestite con criteri manageriali.
Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sono “enti a rilevanza nazionale dotati di autonomia e personalità giuridica che, secondo standards di eccellenza, perseguono finalità di ricerca, prevalentemente clinica e traslazionale, nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, unitamente a prestazioni di ricovero e cura di alta specialità ”. Sono ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari. La loro peculiarità sta nello scambio continuo di conoscenze scientifiche fra laboratorio e clinica. Essi effettuano infatti una ricerca che deve trovare necessariamente sbocco in applicazioni terapeutiche negli ospedali. Tale processo richiede il coinvolgimento di diverse figure dotate di specificità professionali, ma accomunate da un unico obiettivo che è quello di finalizzare l’attività della ricerca al miglior risultato, diagnostico e terapeutico, per il paziente.

Il 5 aprile 1973 don Luigi e il Rettore dell’Università degli Studi di Milano, prof. Giuseppe Schiavinato, siglano una convenzione di collaborazione didattico-scientifica sulla cui base, con una legge regionale del 24 settembre 1981, il San Raffaele diventa Polo Universitario delle Facoltà di Medicina e Chirurgia e Polo di Medicina e Scienze Umane.

Don Luigi dà l’avvio al cantiere del secondo lotto dell’ospedale.

E’ finalmente inaugurato il secondo lotto dell’Ospedale. La struttura milanese viene ampliata con un modernissimo centro chirurgico, con sofisticati laboratori per le alte specialità di ricerca clinica, con la biblioteca scientifica ed un’aula magna, oggi aula San Raffaele.